Balloon

Benvenuti nell'angolo del manga! Qui si parlerà di manga, la mia passione e di tutto ciò che in qualche maniera si collega ad essi. Spero siate assidui e numerosi frequentatori di questo Blog. Kia

venerdì, febbraio 03, 2006

Manga tanto pure a me!!!!


ECCOMIIIII!!!
Dunque, vediamo se, come ho anticipato, mi riesce un ritorno alle scene in stile Hollywoodiano o se invece sarò capace solo di un piccolo ritorno in sordina...
Comunque lo spunto per questo post, nasce in maniera spontanea e in quanto naturalmente donna non biasimatemi se dico che l'articolo a cui mi ispiro intitolato Mi MANGA Tanto l'ho trovato su Cosmopolitan di gennaio 2006 mentre mi stavo facendo i capelli dalla parrucchiera!!!! Inutile dirvi a questo punto che l'articolo è serio e vuole rendere uno dei punti di vista sull'attuale panorama culturale odierno e che vorrei raccogliere qualche vostra impressione a riguardo.... Vi prego non abbiate pregiudizi sulle parrucchiere!!! Sì, c'erano anche novella 7000 e Chi? ma io volevo leggere Cosmopolitan.... Ad ogni modo, ogni parte di testo che troverete da qui in avanti tra virgolette sarà una diretta citazione dell'articolo in questione.
Andiamo avanti. Si parte dalla moda e dal ritorno di Hello Kitty, dal fenomeno Emily la stramba e dalle vendite di dvd old style di Lady Oscar e Lupin III per ampliare lo sguardo e capire perché questi articoli sono così di moda, quali sono le tendenze che ci sono dietro.
Nell' articolo sono citati nomi e libri di molti sociologi famosi che affermano una predominanza femminile per quanto riguarda fumetti dall'Oriente, data la lunga tradizione artistica femminile in questo campo, dalla mitica Ai Yazawa (Nana, Paradise Kiss, Cortili del cuore) alla fenomenale Kaori Yuki (Angel Sanctuary) alle stravaganti Clamp (Tokyo Babylon e Miyuki).
"Amano tanto queste storie perché affrontano, senza pudori, tematiche di ogni tipo: questioni familiari, sessualità, morte. Non ci sono tabù. Con gli shojo, poi, scatta l'identificazione emotiva: le eroine danno molto spazio ai sentimenti." Questo è ciò che pensa il direttore editoriale della casa editrice Tunué. Voi cosa ne pensate? Io concordo pienamente. Pensate che in un manga che ho letto recentemente c'era una scena della durata di alcune pagine in cui due protagoniste discutevano di pillola e preservativo. Certo il fumetto è rivolto ad un pubblico maturo, ma che vuol dire? Quando una ragazza va a comprare il fumetto, chi lo vende non sempre l'ha letto e che ti chiede se sei maturo o no? Ma ché, te lo vende e basta e ve lo immaginate se un fumetto del genere fosse stato scritto in Italia? Mai!!! Impossibile!!! Censura assicurata! Forse sto esagerando, ma è solo per mostrare che straordinario mezzo di comunicazione è il fumetto. Come attraverso una piacevole lettura l'autore può veicolare i più disparati contenuti utili, formanti o fuorvianti, il potere è nelle mani di chi scrive. Il mitico Doc ( Alias Roberto Blarasin), recentemente mi ha portato un articolo di giornale in cui si diceva che in Giappone sono comparsi sugli scaffali delle librerie dei fumetti razzisti per screditare la Cina che sta emergendo come concorrente sul mercato. Ecco un esempio di contenuti fuorvianti.
Ricordiamoci però che fumetti non è solo manga ma anche eroi americani per esempio; pensiamo a X-men... "I fumetti hanno iniziato a rivolgersi ad un pubblico adulto negli Anni 70, quando, con la diffusione della tv, la cultura dell'immagine ha trionfato e i libri sono entrati in crisi: i fumetti rappresentano un buon compromesso" dice un sociologo e si passa all'opiniopne di un guru del marketing Faith Popcorn che per l'occasione ha coniato il termine "downaging" (letteralmente - andare giù con l'età - in italiano reso con regressione), che indica la tendenza da parte degli adulti ad abbassare l'età dei propri comportamenti e consumi. Una regressione dovuta a quello che lei chiama "futuretense", ovvero l'ansia del futuro", che spinge a guardare con nostalgia il periodo in cui la nostra unica preoccupazione era non farsi rubare la merendina. "Oggi è tutto più complesso, a partire dalle relazioni. Le regole del gioco sono cambiate: non sappiamo più come comportarci con gli altri. Ecco perché i reality show hanno successo: sono laboratori di vita da osservare per capire meglio la propria. La difficoltà nei rapporti crea anche qualche problema di identità. In mancanza di valori forti come quelli delle generazioni passate, è il feedback degli altri a dirci chi siamo: ma se non possiamo contare su relazioni chiare e affidabili, entriamo in crisi con noi stessi. Così ci rifugiamo nel passato e questa infantilizzazione della società aumenta con il crescere di situazioni ansiogene: la mancanza di tempo per sé, lo scenario internazionale che fa vivere nel terrore, la crisi economica e del lavoro, le catastrofi naturali." Insomma una specie di terapia contro le insicurezze moderne, almeno così sintetizzano diversi sociologi citati.
Allora cosa ne pensate? Io concordo su tutta la linea e ho ritrovato in queste frasi il pensiero mio e di molti miei amici. Quando parlo del più e del meno spesso è emerso questo bisogno di relazioni stabili. Questo continuo bisogno di sicurezza, nel lavoro, negli affetti, nelle abitudini. Ma davvero non siamo più capaci di vivere alla giornata e di scoprire cosa ci riserva la vita? Davvero non siamo più in grado di rischiare un po'? Io, forse in preda a una visione un po' pessimistica, fatta di castelli in aria dico la mia: anche a me manga tanto la merendina e i cartoni delle quattro del pomeriggio!
L'articolo non è terminato, ma non voglio mettere troppa carne al fuoco. Tornerò a citarlo dopo essermi documentata un po' di più su alcuni punti. Per ora è tutto, fatemi sapere cosa ne pensate, davvero mi interessa!!! Questo è CERTO!
Kia

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6 Comments:

  • At 3/2/06 18:49, Blogger Roberto Blarasin said…

    Commentando il tuo post su blablog, ho scritto che il nostro è un mondo in cui i farmaci ansiolitici sono al terzo posto fra i più venduti in assoluto. Concordo che l'ansia è un problema della nostra società e anche sul fatto che l'ansia è sfruttata a livello commerciale, in particolare dalle case farmaceutiche.
    Paradossalmente, il progresso nella tecnologia e nella medicina è accompagnato da una paura maggiore.
    Aspetto il seguito della tua riflessione e... grazie per il "mitico"! :)

     
  • At 24/2/06 11:10, Blogger frunti said…

    Premetto che il post da parecchi spunti da commentare.
    Io mi vorrei soffermare sulla frase: "i reality show hanno successo: sono laboratori di vita da osservare per capire meglio la propria". Non sono d'accordo. Secondo me i reality appagano quello che ogni uomo ha fin dalla nascita, la curiosità della vita privata altrui. Non mi sento di condannare l'uomo a tal punto da cerca spunti in un reality per la vita "VERA".
    Per quanto riguarda l'infantilizzazione della società, il mio pensiero è che il vero problema sia la capacità di filtrare le informazioni che riceviamo giornalmente, dato che tra TV, radio, Internet e passaparola orami subiamo un overflow di informazioni che non siamo in grado di gestire. (non sono del tutto convinto di queste affermazioni, ma credo che sia un punto di vista non considerato).
    Paolo

     
  • At 24/2/06 14:16, Blogger Kia said…

    Vorrei fare una precisazione dati i dubbi sollevati da frunti. Ho trovato questo articolo per caso e ne ho fatta una sintesi per chiedervi implicitamente cosa ne pensate voi. C'è da dire che l'articolo era lungo ben otto pagine di giornale ed è ovvio che facendo una sintesi i concetti sono molti, per questo ho voluto offrire più di uno spunto di riflessione in modo che ognuno può riflettere su uno solo di questi o su più di uno.
    A proposito dei reality io penso che più che trovare spunti per la vita VERA, chi guarda sia portato ad immedesimarsi nelle tipologie di personaggi che il reality offre, ma poi trae spunto per analizzare la propria vita, quella VERA, non è un ispirarsi a loro, ma solo riflettere sugli atteggiamenti di quel tipo di personaggio. Almeno, io la penso così.
    Infine, per quanto riguarda l'aspetto infantile della società penso che quello che l'articolo mirava a far capire è che i manga o questo più generale ritornare all'infanzia sia solo una delle vie di fuga da questa realtà filtrata dai media come catastrofica e piena di negatività. Per questo ho intitolato il post MANGA TANTO ANCHE A ME, perché quella spensieratezza dell'infanzia la conservo ANCHE ma non solo leggendo i manga. ;)

     
  • At 28/2/06 21:14, Blogger Kia said…

    Ciao, che piacevole sorpresa!!! Un nuovo lettore!! E per di più delle mie parti, ho visto che sei di Ancona, io sono di Macerata! Grazie per aver visitato il mio blog e per avermi dato il link del tuo, gli ho dato un occhiata e ora devo andare, quindi lo commenterò prossimamente, ora non posso ma è una promessa e io le mantengo sempre! ^_^
    Sai, questo sito nasce dall'idea di un mio amico psicologo, autore di blablog, che trovi tra i miei link, visita anche quello se vuoi, da lì puoi andare a tutti i blog personali dei blabloggers, ognuno di noi ha un argomento specifico. Appena posso ti inserisco nei link e ah, a proposito, balloon si scirve con due O (Otranto) ;)

     
  • At 7/4/06 23:05, Blogger RC Mishra said…

    Ciao,
    Nice blog,
    for now I dont have any Italian blog, as I am learning italian,
    I will soon be starting an italaian blog too.

     
  • At 15/4/06 11:27, Blogger Kia said…

    So, if you dont't speak well italian, I'll try to answer you with my poor english. ^_^
    Thanks a lot for visiting my blog. As soon as you can learn italian, so you can read more and more... bye!

     

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