Balloon

Benvenuti nell'angolo del manga! Qui si parlerà di manga, la mia passione e di tutto ciò che in qualche maniera si collega ad essi. Spero siate assidui e numerosi frequentatori di questo Blog. Kia

sabato, ottobre 15, 2005

Ma quando dico manga, come distinguo i generi?

Entriamo un po' nello specifico! Sì, scusate se sarò barbosa, ma ritorno in cattedra e vi spiego qualcosina in più dei manga, giusto per farvi diventare dei veri "otaku"... ops scusate! Dei veri fan; l'espressione nella sua accezione più negativa indica un fissato, un ossessionato da qualcosa, quindi non si usa solo per i fumetti ma in generale.
Parentesi chiusa, passiamo all'argomento del post, ovvero: ci sono dei generi anche per i manga? Certamente sì! E come li distinguo? E qui cominciamo la trattazione.
Ci sono manga per bambini, per ragazzi, per adulti, e questa potrebbe già essere una prima suddivisione. In riferimento, invece, alle storie trattate possiamo avere manga comici, che si concentrano su situzioni particolarmente divertenti; manga sperimentali, che fanno uso di espressioni innovative; manga sportivi, che parlano di un determinato sport (vedi slam dunk) oppure manga scolastici, che raccontano le vicende scolastiche dei protagonisti... ma i generi fondamentali sono quattro:
1. Gli SHONEN (in giapponese "ragazzo"): sono i manga pensati principalmente per i ragazzi; in genere trattano di sport (soprattutto baseball e calcio), oppure sul filone della fantascienza, trattano di robot e piloti che salvano la terra da un'invazione aliena... Non sono mai erotici!
2. Gli SHOJO (in giapponese "ragazza"): sono i manga destinati ad un pubblico di suffragette come me, si sono quelli lacrimevoli con storie d'amore struggentissime... avrete capito perché mi è caduto sopra l'appellativo di suffragetta... Comunque, affrontano temi romantici, infatti, sono detti anche romance; hanno di solito protagoniste femminili e anche qui abbiamo dei sotto filoni: quello delle maghette detto "majocco", quello sportivo (pallavolo e tennis soprattutto) e quello degli shojo generalisti, che trattano storie romantiche in generale.
3. Gli SHONEN AI (amore tra ragazzi): in principio appartenevano al genere degli shojo manga, ma poi hanno avuto un tale successo da costituire una produzione a parte. Sono infatti destinati ugualmente a un pubblico di ragazze eterosessuali e di ragazzi gay. L'amore è qui vissuto sia in chiave romantica che erotica con qualche sprazzo di sadomasochismo, fermo restando che i protagonisti sono sempre ragazzi omosessuali.
4. HENTAI (erotico): per "immagini hentai" si intendono tutte le rappresentazioni ispirate alle più famose eroine dei fumetti nipponici in versione deshabillée... diciamo pure erotica! Questo è un mondo che praticamente non ha confini, poichè al di là della produzione narrativa comprende anche singoli disegni. Fattore comune è l'atmosfera erotica che si respira anche in un semplice ritratto. Comprende i filoni "Ecchi" (zozzo), "Oppai" (grosso petto), "Lolita", che si usa anche in italiano, e diversi altri.
Ecco ora siete pronti per entrare in fumetteria e fare gli smargiassi! "Ehi è arrivato il mio shojo?" e tutta la fumetteria vi guarderà in adorazione come foste veri esperti nipponici.... Non è assolutamente vero, non succederà niente di tutto questo, però adesso sapete qualcosa in più che approfondiremo prossimamente. Ecco forse finalmente potete comprare i manga porno in fumetteria senza essere sgamati da tutti, ma solo da chi li legge e sa che si chiamano hentai... un po' come un nome in codice, chi li legge sa cosa state chiedendo ma con discrezione fa finta di niente... scherzo!
Sia ben chiaro che tutto quello che avete letto in questo post nella vita non vi servirà a un bel niente, però ripeto prima o poi potrete fare i saccenti e gli smargiassi con qualcuno e questo post avrà trovato la sua utilità. Alla prossima!
Kia

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lunedì, ottobre 10, 2005

Grazie Doc!

Grazie Dottore per i complimenti che mi hai fatto su Blablog, colgo l'occasione per un mini post che contamina l'argomento balloon, visto che non c'entra molto, ma si va ad aggiungere al post precedentemente fatto su Myiazaki che tu hai linkato. Ho appena acquistato la colonna sonora del castello di Howl e devo dire che è magnifica, meravigliosa, questo per ricordare che nei film di Miyazaki nulla è lasciato al caso e ogni minimo particolare è curato. Nei suoi film questo genio ci regala oltre che storie fantastiche anche poesie sonore grazie al mitico Joe Hisaishi, curatore delle colonne sonore.
A presto
Kia

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martedì, ottobre 04, 2005

Chi ha detto che il fumetto è per bambini?

Allora!!!! Che ne dite del nuovo vestitino del mio blog???? Spero vi piaccia anche se ammetto che è più da signorine... però attenzione perché i temi trattati sono per tutti e non solo per le gentil donzelle!.
Oggi tocca a me essere un po' polemica, altri sul blablog mi precedono e hanno parlato dei pregiudizi legati ai videogiochi e per questo vi rimando al nostro Fruntì. Io intendo parlare in questo post dei pregiudizi che riguardano il fumetto, un po' meno dei videogiochi, anche se sono stati usati spesso acronimi come giornaletto o libri per bambini.
Già da un po' volevo farvi notare come in tv, magari senza accorgercene, il fumetto sia usato come strumento comunicativo; ne sono esempi l'ultima pubblicità di Adriano Celentano, i vari video musicali del gruppo Gorillaz e, per i fortunati che l'hanno vista, della sigla d'apertura di quest'anno della 62° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la prima sigla in stile pop art dichiaratamente ispirata al fumetto. Peccato che di tutte queste cose interessanti non ho trovato nemmeno un link e questa volta purtroppo dovrete andare voi a caccia per il web.
Avete mai pensato perché il fumetto è un "giornaletto per bambini"?

Bhè, suppongo sia perché è chiaro, facile da leggere, le frasi sono corte e di sempilce sintassi, è immediato... e avete mai pensato che proprio per queste sue caratteristiche il fumetto è un mezzo di comunicazione estremamente usato, talmente usato da passarci sotto gli occhi distrattamente. Sostengo questa mia tesi, propronendovi come esempio la pagina di Lupo Alberto che periodicamente trovate su un noto settimanale tv e che da sempre propone una critica e satira tv spiritosa e divertente.
Ora però è giunto il momento di sfatare per sempre il mito del giornaletto per bambini!!
In questi giorni, strano a dirsi, ma sto preparando un esame per l'università e guarda guarda cosa mi capita sotto gli occhi... il test del fumetto! Poi leggendo mi sono accorta che mi era stato accennato qualcosa di simile ad un'altra lezione... mi piace tergiversare e tenervi sulle spine!
Ok, ok ve lo spiego. La materia è Metodologia della Ricerca Sociale, cioè come viene svolta una ricerca a sfondo sociale e quindi quali sono i mezzi per farlo: sondaggi, interviste dirette, ecc. Tra queste tecniche compare anche il test del fumetto. Precisamente è una tecnica indiretta proiettiva, molto usato in psicodiagnostica insieme al test di frustrazione di Rosenzweig. In poche parole al soggetto si presenta una serie di tavole che rappresentano una persona che vive una situazione frustrante. Il balloon del fumetto rimane vuoto e il soggetto in esame è invitato a scriverci le parole che, secondo lui, il personaggio pronuncia o pensa in quella situazione. Il presupposto è che il soggetto si identifichi con il personaggio del fumetto frustrato e proietti nelle risposte i propri atteggiamenti. Il test è comunque estendibile anche a situazioni diverse, di natura sociale o politica, dove il soggetto può essere ugualmente facilitato dal fumetto ad esprimere il proprio atteggiamento. E' proprio questo che mi ha fatto ricordare che una volta, durante un laboratorio di semiotica, siamo stati sottoposti ad un test di questo tipo che misurava la nostra creatività e il professore... il mio mitico professore che ho citato nel mio primo post, ci disse che spesso nelle agenzie pubblicitarie ci sono test psicologici di questo tipo per verificare il grado di creatività del candidato. Avete visto quante applicazioni per il nostro "giornaletto da bambini"?
A presto

Kia

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